E’ in parte vero, nel senso che le sigarette elettroniche, eliminando la combustione che caratterizza le sigarette tradizionali, riducono moltissimo, rispetto a queste ultime, la quantità di sostanze tossiche inalate: ad esempio, il monossido di carbonio viene praticamente azzerato e la quantità di sostanze irritanti e cancerogene risulta notevolmente inferiore rispetto alle normali sigarette. Peraltro, la sigaretta elettronica dovrebbe servire come strumento di cessazione del fumo tradizionale: l’unico modo sicuro per ridurre il rischio di tumore associato al fumo di sigaretta, è quello di smettere quanto prima di fumare.
LA SMENTITA DELLA SCIENZALe sigarette elettroniche hanno il vantaggio di consentire a chi fuma di rifornirsi di nicotina tramite inalazione, evitando la combustione del tabacco e quindi evitando anche tutti i sottoprodotti cancerogeni legati a tale combustione. Questo rende ragionevolmente le sigarette elettroniche meno dannose del fumo tradizionale, e quindi potenzialmente utili come alternativa nei soggetti fumatori.
Peraltro, l’inalazione di nicotina può comportare comunque danni, e le sigarette elettroniche rappresentano una minaccia alla salute specialmente nei casi in cui, invece che essere usate come tentativo di cessazione del fumo, costituiscano una modalità di avvicinamento al fumo da parte di ex fumatori o non fumatori.
Nel 2015, l’ASCO (American Society of Clinical Oncology), insieme con l’AACR (American Association for Cancer Research), ha pubblicato sulle pagine di JCO un documento che metteva in guardia rispetto ai rischi associati all’uso delle sigarette elettroniche, sottolineando l’esigenza di ulteriori studi [1].
In questo contesto si inserisce uno studio pubblicato sulla rivista statunitense Proceedings of the National Academy of Science, che ha misurato, in un modello animale, il danno associate alle sigarette elettroniche [2,3]. Il modello animale era costituito da topi. In particolare, gli autori hanno misurato il danno al DNA indotto da nitrosamine in differenti organi (polmoni, vescica, cuore) di topi esposti al fumo di sigaretta elettronica. Infatti, il maggior componente del fumo prodotto dall’inalazione di sigarette elettroniche è rappresentato dalla nicotina. E’ noto che la maggior parte della nicotina viene convertita in cotinina, metabolita ritenuto non tossico e non cancerogeno, che viene escreto nelle urine. Peraltro, una quota non trascurabile di nicotina (inferiore al 10%) può essere convertito a nitrosammine, dal noto potenziale cancerogeno. I topi dell’esperimento sono stati esposti al fumo di sigaretta elettronica (alla dose di 10 mg/ml, 3 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana), per un totale di 12 settimane. Gli autori evidenziano che tale dose e durata d’esposizione corrisponde all’uso di sigarette elettroniche, da parte dell’uomo, per 10 anni. Diverse sostanze mutagene sono state misurate in quantità significativamente maggiore a livello dei vari organi (polmone, vescica, cuore) rispetto ai topi non esposti, con concentrazioni a livello del polmone 8 volte superiori rispetto agli altri organi studiati. Anche se in quantità assolute inferiori, l’aumento della concentrazione delle varie sostanze cancerogene a livello polmonare è risultata correlata all’aumento della concentrazione anche negli altri organi. Inoltre, gli esperimenti descritti dimostrano che le attività di riparo del DNA, e le proteine associate al riparo XPC e OGG1/2, sono significativamente ridotte a livello del polmone dei topi esposti al fumo della sigaretta elettronica. Gli effetti osservati sul DNA dei topi sono simili a quelli che gli autori hanno osservato in modelli sperimentali costituiti da cellule umane di polmone e vescica, nel momento in cui tali cellule vengano esposte alla nicotina e al chetone nicotina-derivato della nitrosammina (NNK), un derivato della nicotina cancerogeno.
I suddetti risultati suggeriscono che, sebbene le sigarette elettroniche comportino l’inalazione di meno agenti cancerogeni rispetto al “classico” fumo di tabacco, chi ne fa uso potrebbe però avere comunque un rischio maggiore, rispetto ai non fumatori, di sviluppare tumori polmonari e della vescica, nonché malattie cardiache.
Dopo la pubblicazione dell’articolo su PNAS, sulla stampa sia internazionale che italiana si sono registrati pareri contrastanti [3]. Qualcuno ha sottolineato che il modello murino impiegato nello studio di PNAS non riproduce le normali condizioni d’uso delle sigarette elettroniche, favorendo la produzione di sostanze tossiche rispetto a quanto accadrebbe in vivo. Il modello presentato nel lavoro concentra in 12 settimane l’esposizione che nell’uomo avviene in un periodo di 10 anni.
Al di là dei limiti che il lavoro presenta, come ogni modello sperimentale, semplicemente le evidenze dimostrano che tutto è relativo: ragionevolmente, la sigaretta elettronica rappresenta un’alternativa meno dannosa della sigaretta tradizionale, ma chi le usa è comunque più a rischio rispetto a chi non fuma. La soluzione migliore è sempre quella di smettere di fumare.
Va ribadito che le sigarette elettroniche possono rappresentare un aiuto per i fumatori nel tentativo di smettere di fumare [4], ma potrebbero anche rappresentare un possibile strumento di induzione e avvicinamento al fumo di sigaretta per chi non fuma [5].
Specialmente tra i giovanissimi, potrebbe essere elevato il numero di soggetti che si avvicina all’uso della sigaretta elettronica non per smettere di fumare ma per curiosità, e paradossalmente l’uso della sigaretta elettronica potrebbe quindi avvicinare al fumo di sigaretta, invece che essere un semplice strumento di cessazione del fumo [6]. Bisognerebbe adottare provvedimenti per evitare la pericolosa diffusione delle sigarette elettroniche tra i giovanissimi e i giovani. Se invece, per moda, per curiosità e per emulazione, molti giovanissimi si avvicinano alle sigarette elettroniche pur non essendo fumatori di sigaretta, il rischio paradossale è che lo diventino proprio per colpa di quello che dovrebbe essere uno strumento di cessazione!
Fonti informative:
1. Brandon TH, Goniewicz ML, Hanna NH, Hatsukami DK, Herbst RS, Hobin JA, Ostroff JS, Shields PG, Toll BA, Tyne CA, Viswanath K, Warren GW. Electronic nicotine delivery systems: a policy statement from the American Association for Cancer Research and the American Society of Clinical Oncology. J Clin Oncol. 2015 Mar 10;33(8):952-63. doi: 10.1200/JCO.2014.59.4465. Epub 2015 Jan 8. PubMed PMID: 25572671.
2. Lee HW, Park SH, Weng MW, Wang HT, Huang WC, Lepor H, Wu XR, Chen LC, Tang MS. E-cigarette smoke damages DNA and reduces repair activity in mouse lung, heart, and bladder as well as in human lung and bladder cells. Proc Natl Acad Sci U S A. 2018 Jan 29. pii: 201718185. doi: 10.1073/pnas.1718185115. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 29378943.
3. https://www.oncotwitting.it/patologia-polmonare/item/782-le-sigarette-elettroniche-sono-veramente-innocue#top_tab_acc1
4. Hajek P, Phillips-Waller A, Przulj D, Pesola F, Myers Smith K, Bisal N, Li J, Parrott S, Sasieni P, Dawkins L, Ross L, Goniewicz M, Wu Q, McRobbie HJ. A Randomized Trial of E-Cigarettes versus Nicotine-Replacement Therapy. N Engl J Med. 2019 Jan 30. doi: 10.1056/NEJMoa1808779. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 30699054.
5. Soneji SS, Sung H-Y, Primack BA, Pierce JP, Sargent JD (2018) Quantifying population-level health benefits and harms of e-cigarette use in the United States. PLoS ONE 13(3): e0193328. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0193328
6. https://www.oncotwitting.it/patologia-polmonare/item/800-sigaretta-elettronica-e-se-i-rischi-fossero-piu-dei-benefici#top_tab_acc1