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La “digiunoterapia”, ideata da Breuss costituisce una cura efficace contro il cancro?

No, è falso. Il digiuno prolungato è controindicato nei pazienti oncologici. E’ importante che tutti i pazienti affetti da tumore, che stanno affrontando un percorso terapeutico fatto spesso di trattamenti impegnativi e potenzialmente tossici (come la chemioterapia e la radioterapia) si affidino con fiducia ai consigli dell’oncologo e dei suoi collaboratori, anche in tema di nutrizione.

LA SMENTITA DELLA SCIENZA

Il digiuno è una condizione volontaria o forzata di assenza di alimentazione. Esistono vari gradi di digiuno, e per un tempo variabile (un giorno, oppure settimane). Fa bene? Serve nel caso di malattia tumorale?

Durante il digiuno (inteso come assumere solo acqua) il nostro corpo passa varie fasi per adattarsi alla situazione: prima utilizza le riserve di zuccheri (il glicogeno) presenti nei muscoli e nel fegato, successivamente all’esaurimento di queste riserve si vede costretto a sintetizzare da sé lo zucchero necessario alla sopravvivenza (un processo chiamato gluconeogenesi), i mattoni per la sintesi dello zucchero sono le proteine, ovvero la struttura portante dei muscoli corporei. Allo stesso tempo però il corpo attua una importantissima risposta, evolutivamente molto importante in quanto ci ha permesso di superare periodi di grande carestia, che permette l’utilizzo dei grassi come fonte principale di energia, tanto che col passare del tempo e dopo parecchi giorni di digiuno lo stesso cervello può lavorare “alimentato a grassi” più che a zuccheri. Tutto questo è possibile perché il cervello è capace, in condizioni di carenza, di utilizzare come fonte di energia quelli che vengono chiamati corpi chetonici.1

Vi sono dati interessanti (molto preliminari!) di migliore tolleranza ai trattamenti radioterapici e chemioterapici se nei giorni antecedenti il trattamento chemioterapico  o il trattamento radioterapico, il paziente si sottopone al cosiddetto “fasting”, cioè una riduzione forzata dell’apporto calorico. Il “fasting” in questo caso pero’ è provvisorio e non continuo, poiché non vi è alcun dato né nessuna validità scientifica nel dire che il digiuno di per sé rappresenti la cura del tumore. Al contrario, vi sono molte evidenze che un digiuno prolungato in situazioni di alto consumo calorico, come accade anche in caso di malattia tumorale, comporterà un rapido catabolismo della massa muscolare, vista l’assenza di altre sorgenti energetiche.

Per quanto riguarda la prevenzione, è vero che un introito eccessivo di calorie e l’obesità sono stati associati ad un aumentato rischio di sviluppare alcuni tumori. Per fare degli esempi, per ogni aumento di 5 kg/m2 dell’indice di massa corporea (BMI, body mass index) vi è un aumento di incidenza del 12% di tumore della mammella post-menopausale, del 51% di adenocarcinoma dell’esofago, del 59% di tumore della vescica, del 34% di tumore del rene, del 59% di tumore dell’endometrio2.

E’ anche vero che, in pazienti che sono stati sottoposti a intervento chirurgico per questi tipi di tumore, la perdita di peso nei soggetti obesi ed il mantenimento del peso ideale con una dieta adeguata (non certo il digiuno) ed un’attività fisica regolare, sono stati associati ad una riduzione del rischio di recidiva3. La relazione tra sovrappeso, obesità e rischio di tumori, tuttavia, non deve essere confusa con l’effetto del digiuno nei pazienti affetti da tumore. II paziente con patologia oncologica deve mantenere nel modo più assoluto un regime alimentare adeguato con sufficiente apporto calorico, per affrontare con energie adeguate ed un peso ideale le cure ed il percorso oncologico in programma. Il digiuno prolungato può essere molto deleterio nei pazienti oncologici e causare danni anche fatali, specie se durante trattamenti specifici quali la chemioterapia (può causare infatti disidratazione, alterazioni elettrolitiche, disturbi metabolici).

A conferma dell’effetto deleterio di un eventuale digiuno vi sono chiari dati che dimostrano che in pazienti affetti da tumore metastatico un BMI basso è associato ad una ridotta sopravvivenza, in quanto associato alla cosiddetta ‘sindrome cachettica’.

Referenze e fonti informative:

  1. https://www.nhs.uk/Livewell/Healthyramadan/Pages/fastingandhealth.aspx
  2. Goodwin PJ, Chlebowski RT. Obesity and Cancer: Insights for Clinicians. J Clin Oncol. 2016 Dec 10;34(35):4197-4202)
  3. Alamuddin N, Bakizada Z, Wadden TA. Management of Obesity. J Clin Oncol. 2016 Dec 10;34(35):4295-4305.