No. Le affermazioni del dottor Nacci non sono supportate da alcuna solida evidenza scientifica, pertanto non sono attendibili.
LA SMENTITA DELLA SCIENZAIl dott. Giuseppe Nacci nel suo libro “Mille piante per guarire dal cancro senza chemio”, sostiene che il cancro sia una malattia curabile attraverso un’alimentazione ricca di vitamine naturali. Le vitamine, infatti, sarebbero in grado di stimolare il sistema immunitario dell’organismo contro le cellule tumorali, o addirittura di provocare fenomeni di apoptosi (suicidio cellulare o morte programmata) nelle stesse cellule tumorali. Secondo Nacci la percentuale di sopravvivenza a cinque anni per un malato di cancro sarebbe del 2% se trattato con chemioterapia, del 30% se trattato mediante la cura ipervitaminica, da lui proposta. Già queste affermazioni non trovano alcun tipo di riscontro epidemiologico. La chemioterapia infatti rappresenta ad oggi un’arma estremamente efficace contro il cancro. Semmai ne va distinto l’uso quale forma di trattamento preventivo di ricadute, nel caso in cui il tumore venga rimosso chirurgicamente, o quale cura palliativa in caso di malattia tumorale avanzata, che ha cioè coinvolto organi a distanza rispetto al sito di origine. In quest’ultimo caso, la prognosi purtroppo resta infatti per la gran parte dei tumori, infausta, in quanto nella maggior parte dei casi la chemioterapia ha l’obiettivo di controllare la malattia e i suoi sintomi, ma non di guarirla. In ogni caso, pur essendoci tipi di tumore in cui la chemioterapia ha un’efficacia complessivamente modesta, la sopravvivenza a 5 anni utilizzando chemioterapia e altri trattamenti oncologici sistemici risulta generalmente ben superiore al 2% ed è comunque dipendente dalla tipologia di tumore (1). Per esempio la sopravvivenza a 5 anni del tumore della mammella metastatico ha raggiunto il 22%; addirittura, il tumore del testicolo metastatico è una patologia quasi sempre guaribile con la chemioterapia. Tassi di sopravvivenza decisamente maggiori si riscontrano in caso di tumori non metastatici, dove in genere la chirurgia rappresentala la cura di elezione e la chemioterapia, somministrata prima o dopo l’intervento chirurgico, ha lo scopo di prevenire il ritorno della malattia. Anche in questo caso i tassi di sopravvivenza libera da malattia a 5 anni possono variare da percentuali relativamente ridotte a percentuali superiori al 90%, dipendentemente da quanto sia estesa la patologia tumorale iniziale e dal tipo stesso di tumore (1). La dieta anticancro promossa da Nacci non ha invece alcuna validità scientifica, i numeri proposti sono di pura fantasia, e inoltre va sempre distinto il ruolo che l’alimentazione può rivestire nella prevenzione del cancro (e questo è vero) da un suo ruolo potenzialmente terapeutico, in alternativa alle cure della Medicina ufficiale, su cui non vi è alcuna prova scientifica valida. Né sarebbe tantomeno eticamente accettabile sviluppare studi clinici in cui alcuni pazienti dovrebbero ricevere trattamenti di comprovata efficacia, mentre altri dovrebbero ricevere come alternativa oggetto di studio una semplice dieta, che di per sé non contiene alcun principio attivo che abbia dimostrato efficacemente su colture cellulari e in modelli sperimentali animali un’attività terapeutica antitumorale. Peraltro, il dott. Nacci fa comunemente riferimento alla cosiddetta vitamina B17, che in realtà non è una vitamina, bensì un composto di sintesi spacciato per terapia anticancro a partire dagli anni ’40-50 negli USA, altresì noto come laetrile. La Cancer Commission della California Medical Association aveva indagato gli effetti del laetrile, dichiarandolo inefficace nel 1953 (2). Dieci anni dopo, la California State Department of Public Health ne aveva proibito l’uso, a seguito di un secondo report della Cancer Advisory Council su 100 casi esaminati nel 1960-1962, secondo il quale il laetrile non aveva alcun effetto per la diagnosi, trattamento, attenuazione o cura del cancro (2). Tale composto, in commercio come integratore alimentare, non solo non sortisce alcun effetto antitumorale, come ripetutamente dimostrato, ma può anche rischiare di causare effetti tossici, talora mortali, soprattutto se assunto per via orale (3).
In definitiva per la dieta del dott. Nacci, come per qualsiasi altra dieta, non esiste alcuna prova scientifica per poter sostenere che sia in grado di curare il cancro. Ciò non toglie che un corretto regime alimentare possa avere un ruolo preventivo non di secondo piano, tant’è che la stessa Commissione Europea, nel suo Codice Europeo contro il cancro, si è fatta promotrice di buone norme alimentari volte proprio alla prevenzione delle patologie tumorali. In particolare, si raccomanda di limitare il consumo di alcolici, mangiare principalmente cereali integrali, legumi, verdura e frutta, evitare la carne conservata, limitare la carne rossa e i cibi ad alto contenuto di sale, oltre che i cibi ad alto contenuto calorico (cibi con alto contenuto di zuccheri e grassi) e le bevande zuccherate. Tali raccomandazioni sono fornite tenendo conto delle principali evidenze scientifiche ritenute valide dalla comunità scientifica internazionale (4).
Bibliografia
1. National Cancer Institute Surveillance, Epidemiology and End Results Program. Accessibile sul sito https://seer.cancer.gov. Ultimo accesso il 30/01/2019.
2. Amigdalina. Accessibile presso l’indirizzo https://it.wikipedia.org/wiki/Amigdalina. Ultimo accesso il 30/01/2019.
3. Cochrane – Laetrile Treatment for Cancer, 2011
4. AIRC. Accessibile presso l’indirizzo http://www.airc.it/prevenzione-tumore/per-tutti/codice-europeo-contro-il-cancro/. Ultimo accesso il 30/01/2019.